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Scheda informativa sull’osteosarcoma canino

Settembre 15, 2020
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Trattamento

La gestione dell’osteosarcoma nei cani si concentra sia sui tumori primari che su quelli secondari.

Trattamento: tumore primario

La terapia ideale comporterebbe la resezione completa del tumore primario e questo molto spesso richiede l’amputazione. Molti cani se la cavano straordinariamente bene dopo l’amputazione, ma chiaramente ci sono alcuni pazienti per i quali ciò sarebbe inappropriato. Problemi neurologici concomitanti o artrite grave costituiscono ragioni per non considerare l’amputazione. L’artrite moderata può essere gestita molto bene con farmaci adeguati e non deve essere un motivo per non perseguire l’amputazione; ovviamente questo è un tema che va valutato caso per caso. L’amputazione ha invariabilmente un enorme impatto sullo stato d’animo del paziente e sebbene sia chiaramente un’operazione importante, questi pazienti sembrano essere così sollevati di essere liberi dal tumore doloroso che guariscono estremamente rapidamente.

Nel caso in cui l’amputazione sia considerata inappropriata ci sono altre opzioni. Per gli osteosarcomi del radio distale (questo è l’arto anteriore inferiore appena sopra l’articolazione del polso equivalente nei cani) può essere eseguita un’operazione in cui il tumore viene rimosso e sostituito da un impianto in titanio personalizzato. L’articolazione del polso deve quindi essere fusa in modo che l’intera struttura ossea e metallica possa essere stabilizzata adeguatamente affinché i cani possano svolgere le loro normali routine quotidiane inalterati.

L’obiettivo di questa procedura è riportare il cane alla normalità mobilità nel minor tempo possibile. Sebbene questo approccio abbia un chiaro fascino, è fondamentale sottolineare che il grado di controllo del tumore offerto da questo approccio può al massimo essere equivalente all’amputazione; c’è anche il rischio di ricaduta del tumore nell’arto nel sito del tumore primario in un momento futuro. Ancora più importante, questa procedura è associata ad un alto rischio di complicanze, la peggiore delle quali è l’infezione associata agli impianti metallici.

Per i pazienti in cui l’amputazione e la cosiddetta chirurgia conservativa degli arti non sono appropriate , la terapia palliativa può essere somministrata sotto forma di radioterapia e chemioterapia. Il protocollo di terapia palliativa gold standard prevede la somministrazione concomitante di radioterapia per tre settimane consecutive su quattro con la chemioterapia in combinazione con la prima e l’ultima dose.

Gestione chirurgica di un tumore osseo mediante resezione del primario tumore e sostituzione con asta in titanio e impianti a placca

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